venerdì 1 gennaio 2010

Aspettando le riforme istituzionali

Inizia il 2010, e con l’avvento del nuovo anno inauguro questo mio blog.
Blog che tratterà di politica, di storia, di attualità, sempre approfondendo soprattutto i temi italiani.
Dunque da oggi siamo nel 2010: quindi non posso iniziare il blog se non citando l’affermazione del premier Silvio Berlusconi, il quale lo scorso 26 dicembre ha pronunciato “nel 2010 faremo tutte le riforme istituzionali” (1).
Bene, quanti anni sono che sentiamo sparate di questo tipo?
Berlusconi, come molti dei suoi elettori, sostiene che ha sempre mantenuto le promesse fatte.
E’ vero ciò? Dunque, io mi ricordo di Berlusconi che annunciava nel 2008 l’abolizione del bollo, ma diamogli il tempo, la legislatura deve (dovrebbe) durare 5anni; mi ricordo di Berlusconi che sempre nello stesso anno annunciava che entro i 5 anni di governo, avrebbe fatto costruire 5 centrali nucleari (cosa ribadita tra l’altro dal fedele Scajola); cosa che era praticamente impossibile. Diffati, dopo 1 anno e mezzo quante centrali sono in costruzione? Semplice nessuna.
Ma nonostante questo Berlusconi è sempre convinto, o così vuol far credere, di aver mantenuto la parola su ogni fronte. Andiamo avanti. La disastrosa situazione di Napoli con l’immondizia dappertutto, la vicenda Alitalia, il terremoto in Abruzzo, e altri ancora sono i “meriti” che il premier rivendica nell’ultimo mandato. Mentre nel precedente mandato (2001-2006) tali promesse erano: l’abbattimento della pressione fiscale, l’attuazione del piano per la difesa dei cittadini, l’innalzamento delle pensioni minime ad almeno 1 milione di vecchie lire, creazione di un milione e mezzo di posti lavoro (o comunque un abbassamento del 50% dell’allora disoccupazione), e infine l’apertura di almeno il 40% dei cantieri prevista dal piano delle grandi opere.
Allora partiamo dall’attualità: Berlusconi ha mantenuto la promessa di “ripulire Napoli”, di risolvere la situazione di stallo creatasi in Alitalia (anche se personalmente non ho condiviso la sua azione), sul terremoto in abruzzo è stato davvero coraggioso, e il suo lavoro è stato lodevole.
Ma se andiamo a vedere ad esempio la precedente legislatura, già le cose andarono diversamente.
Berlusconi rispettò a metà il primo punto, in quanto le due aliquote non furono varate mai, completamente il secondo, sempre a metà il terzo, in quanto non tutti arrivarono ad un milione di pensione al mese. La disoccupazione scese, e di molto, ma non nei termini “promessi”, e i posti di lavoro creati furono un milione, non un milione e mezzo. Nell’apertura dei cantieri entra il gioco la cosidetta “soggettività”; il modo di fare (spesso) di Berlusconi. Dire una cosa opinabile, aggirabile, in modo da potersi difendere nel caso non sia riuscita. I cantieri furono teoricamente aperti, più di quanti ne promise, ma quelli che vennero in realtà aperti, furono poco più della metà.
Con tutto questo non voglio certo dire che il suo governo in 5 anni non fece nulla: fece, forse più di qualunque altro nella storia della repubblica (anche perché fu l’unico a reggere per 5 anni), ma oltre che fece anche spesso male, Berlusconi non ebbe il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Al momento delle promesse, lui stava da Vespa con un foglio in cui c’erano dei dati, che lesse e giurò di rispettare. Abbiamo tutti visto che lui rispettò un solo punto completamente, mentre gli altri tutti o non interamente. Ecco, siccome quel giorno promise che se non ne avesse rispettati almeno quattro si sarebbe dimesso poi al termine del mandato, con quale coraggio tale signore ribadì di aver mantenuto le promesse? Perché non andò nuovamente da Vespa, sempre con i numeri in mano, a confrontare i dati “promessi” da quelli “reali”?
Ecco, questa sintesi serve per mettere in risalto il modo di fare di Silvio Berlusconi.
Avanzando spesso promesse aggirabili, o mantenendone in parte qualcuna, lui può serenamente dire di aver fatto tutto ciò che doveva, come ribadisce ad ogni suo discorso.
L’aver mantenuto alcune promesse col nuovo mandato, come riportato sopra, non fa stare tranquilla la maggior parte della popolazione: è vero, il nuovo governo ha a volte agito bene e in tempi record, è un governo tutto sommato abbastanza coeso, compatto e è il meno numeroso della storia della repubblica. Ma ciò non basta agli italiani. Non basta perche le promesse un politico dovrebbe mantenerle sempre, in pieno.
Berlusconi sotto questo aspetto sembra il classico bambino che ha gli occhini grandi della bocca: vuole 2 piatti di pasta poi ne mangia 1 solo. Ma il piatto avanzato gli italiani se lo ricordano, e poi ci chiediamo perché Berlusconi venga così tanto deriso e mal giudicato (dall’estero, ma anche da una buona parte del paese). Sicuramente, a proposito di ciò, chi lo demonizza o chi mette il suo nome dietro ad ogni male che ci affligge non è certo una persona lucida e corretta. Però non si può negare che la sua fama “negativa”, Berlusconi ha molto contribuito a farsela assegnare. Come, ci mancherebbe, la sua fama “di grande statista”, che più o meno a seconda dei casi, si è radicata nelle menti di una buona parte della nazione; grazie al suo carisma e alla sua personalità; ragion per cui Berlusconi prende sempre la sua parte di voti, che cambi alleato o avversario.
Detto tutto ciò, arriviamo alla fine. Quindi, dopo l’ultima sparata, le riforme nel 2010, cosa dobbiamo aspettarci? Finalmente una stagione di vere riforme (dopo le buone iniziative prese ad esempio nei riguardi della scuola) riforme con la r maiuscola, riforme sui più importanti problemi che ci affliggono, oppure semplicemente un andare avanti cincischiando,facendo passare per grandi riforme piccoli aggiustamenti qua e la (come è stato fatto quasi sempre fin’ora=)?
Io un idea ce l’ho, spero di sbagliarmi.



NOTE
(1)“dal Corriere della sera” del 26 dicembre 2009

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